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Pierino l’elefante

Pubblicato il: 14/05/2010 17:20:59 -


Competenze trasversali e problem solving nella scuola media “Galmozzi” di Crema. Il contributo è stato presentato al convegno del 23 aprile “La scuola nuova nasce dal basso. Esperienze concrete di innovazione educativa”. In Mediateca il video racconto di questa esperienza.
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DAI CONTRIBUTI SELEZIONATI PER IL CONVEGNO DEL 23 APRILE.

Racconta una vecchia storia di cinque ciechi a cui viene chiesto di descrivere un elefante. Il primo cieco abbraccia una zampa: “L’elefante è come un tempio e queste sono le colonne”, dice. Il secondo afferra la proboscide e sostiene che l’elefante è come un serpente. Il terzo cieco palpeggia la pancia e si convince che l’elefante sia come una montagna. Il quarto tocca un orecchio e non dubita che l’elefante sia come un ventaglio. L’ultimo cieco prende in mano la coda e afferma: “L’elefante è come una frusta!”. Ogni definizione ha qualcosa di giusto, ma l’elefante non viene mai fuori per quel che è davvero).

Questo apologo molto suggestivo, quasi trascinante per chi deve avventurarsi in un’esperienza scolastica, è stato il punto di partenza di un progetto che si è posto l’obiettivo di creare le condizioni perché il pachiderma agisse e venisse rappresentato per tutto quello che è: le zampe come colonne, la proboscide come serpente e così via. In termini scolastici perché fosse evidente la stretta connessione fra sapere e strategia operativa.

La flessibilità organizzativa è apparsa subito come elemento indispensabile. È stato perciò deciso dal collegio dei docenti che per due settimane ogni quadrimestre l’orario e le consuete lezioni dovessero lasciare il posto a percorsi interdisciplinari, atti a consentire la mobilitazione delle risorse cognitive degli alunni per leggere, interpretare e modificare una situazione reale complessa.

Naturalmente è stato necessario condividere lo stesso linguaggio e lo stesso atteggiamento rispetto alle problematiche scaturite dal fare scuola, per esempio il significato di competenza o la condivisione del concetto secondo il quale tutti gli alunni possono diventare soggetti attivi e manipolanti se correttamente coinvolti.

Il lavoro richiesto doveva avere le caratteristiche di una sfida in cui i ragazzi potessero esercitare il proprio potenziale creativo padroneggiando le risorse di base disponibili e interagendo con i materiali didattici, con i docenti, con la comunità dei pari e degli esperti, con i laboratori. All’esperienza sarebbe seguita una riflessione critica finale.

Poiché dalle customer satisfaction dell’anno scolastico precedente erano emerse delle criticità riferibili alla mensa scolastica, realtà vissuta quotidianamente dagli alunni, si è proposto questo tema, chiedendo di individuarne la reale problematicità e ipotizzare eventuali soluzioni.

Dopo un’attività di brainstorming guidata dagli insegnanti, i ragazzi, segnalati gli aspetti più significativi e degni di valutazione e di ricerca, hanno partecipato ai lavori dei diversi gruppi, aggregandosi spontaneamente.

L’analisi ha riguardato:
• gli spazi a disposizione (vie di accesso, rapporto spazio/n. utenti);
• l’impatto ambientale (rifiuti, tipologia di stoviglie utilizzata…);
• l’inquinamento acustico (cosa significa, misura in situazione e confronto con la normativa vigente);
• il gradimento dei cibi serviti (indicazioni nutrizionali e incidenza delle più diffuse intolleranze alimentari);
• i comportamenti di alunni e docenti in mensa (l’eccessiva vicinanza fisica, il ruolo di leader assunto da alcuni, le maggiori o minori rigidità degli insegnanti di sorveglianza).

Le proposte di risoluzione delle differenti problematicità sono state pubblicate, argomentate e socializzate, grazie alle LIM, nelle community delle classi.

Le richieste scritte ai vari enti hanno tenuto conto del registro comunicativo e del linguaggio adeguato al destinatario.

E fu così che Pierino, elefante selvaggio (ovvero alunno molto difficile da coinvolgere), affrontò i problemi con insperato entusiasmo, scoprì il mancato rispetto di alcune norme, costruì ipotesi di soluzioni suggerendo strategie appropriate (perché non il cioccolato al posto degli spinaci?) utilizzando parecchia fantasia, un po’ di buon senso e perfino i contenuti e i metodi delle diverse discipline che, inconsapevolmente, aveva fatto propri. E se non sempre seppe utilizzare correttamente il linguaggio appropriato (matematico, scientifico, simbolico…) o produrre testi adeguati ai differenti scopi, dimostrò comunque di possedere gli strumenti minimi indispensabili per gestire l’interazione comunicativa.

Fieri di questo risultato, abbiamo deciso di immortalare l’esperienza in un video. Pierino aspetta l’Oscar quale miglior interprete.




Il video dell’esperienza della scuola media “Galmozzi” di Crema.

Rosy Freri Giancarlo Innocenti e Maria Teresa Zambelli

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